HOME PAGE
 
Domenica 13 Luglio 2003 CORSERA Enzo BIAGI
Ciampi e il senso della Patria
Il Cavaliere è entrato in politica come fece con la P2
Mi piace Antonio Tabucchi: come scrive e come persona. E voglio bene a Carlo Azeglio Ciampi: apparteniamo alla stessa generazione, e siamo tra i superstiti del Partito d’Azione, che aveva tante buone idee ma pochi voti. Non mi piace, invece, e credo sia noto, il politico Silvio Berlusconi: e mi rattrista che vada in giro a rappresentare l’Italia, e faccia anche dei discorsi, più che a ruota libera, senza manubrio. Quando dà del Kapò a una persona offende due popoli con un solo colpo: tedeschi ed ebrei. È vero che non si fanno sconti sulla storia, ma è opportuno tenere presente la cronaca.
 
Berlusconi è a Palazzo Chigi per volontà del popolo italiano: che ovviamente ha quello che merita. Il Cavaliere è entrato in politica come se fosse il Rotary: così fece con la P2, del resto. Ma alloggiare a Palazzo Chigi non è essere un qualunque inquilino, ma il rappresentante di sessanta milioni di cittadini.
 
Ciampi conosce i compiti di chi vive e lavora al Quirinale: penso che il suo maggiore impegno sia rimediare. Non è un retore e crede al valore dei sentimenti. Nel primo discorso che fece da Presidente parlò del «senso profondo della Patria».
 
Ho ripescato il testo di una intervista, l’ultima prima che venisse nominato nostro rappresentante. Mi disse: «Io ho avuto tanto dal nostro Paese e dai miei concittadini».
 
Gli domandai se aveva anche qualche speranza: «Poter continuare a lavorare, credendo in quello che faccio».
 
Chiesi anche quale era la sua idea del buon governo: «Avere la capacità di individuare, e di proporre, obiettivi in cui i cittadini si riconoscano. E di avere poi la forza e la determinazione di perseguirli».
 
In quei giorni il suo nome compariva sui giornali come un possibile presidente della Repubblica; gli chiesi se aveva mai pensato a questo trasloco: «Sono stato tredici anni, anzi quattordici, Governatore, uno presidente del Consiglio, quasi da tre faccio il ministro del Tesoro, ho avuto la soddisfazione di vedere realizzato quello che era sogno politico più che economico, con l’euro. Cosa posso chiedere di più? Ho avuto già abbastanza, mi contento. Mi creda». Domandai anche se aveva qualche rimpianto: «No, francamente, no».

 

 
Questo Sito e' ottimizzato per Internet Explorer 4.0 o superiore - Cexco 2000 ®