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Giovedì  31 Luglio 2003 LA STAMPA Lietta TORNABUONI
Se funziona la tecnica del diversivo

NEPPURE s'era cominciato a discutere sull'uccisione dei figli di Saddam Hussein da parte dei militari americani, s'erano appena espressi i dubbi sull'assalto di morte anche sui giornali americani e francesi, che subito, incalzante, sopravveniva il dibattito appassionato sulla opportunità o meno di pubblicare o trasmettere le fotografie dei due cadaveri straziati. Così a un tema serio (perchè ammazzare senza motivo, perchè proprio gli americani avessero dovuto assumersi il compito di boia, perchè la morte anzichè un processo regolare, perchè usare i modi della guerra quando la guerra non c'è), moralmente e politicamente interessante per tutti, s'è sostituito un tema avvincente soprattutto per politici o operatori dell'informazione e in fondo relativamente futile (far vedere, non far vedere, mostrare le immagini a grandezza normale oppure ridotte a francobollo). Come se il fatto grave e crudele non fosse la privazione della vita, ma l'uso delle immagini dei morti.

Si discuteva da un bel pezzo (specialmente negli Stati Uniti e in Inghilterra, mentre nell'Italia abituata alle bugie l'argomento pareva non catturare troppo l'attenzione) sul fatto che armi di distruzione di massa in Iraq non se ne trovano, che Bush e Blair hanno mentito ai rispettivi popoli e Parlamenti e alla comunità internazionale sui motivi per cui la guerra è stata iniziata e combattuta, che i rapporti presentati dai rispettivi servizi di spionaggio sono stati da loro ignorati o alterati ai propri scopi. Ma ecco, incalzante, sopravvenire la morte del professor Kelly (informatore della rete televisiva BBC sull'assenza di armi di distruzione di massa in Iraq), ecco le discussioni e i dubbi: tradimento, suicidio, omicidio? Così un tema molto serio (la credibilità dei due capi di Stato, perchè se ogni guerra o quasi viene dichiarata per motivi pretestuosi, l'ostinazione nel mentire è un'altra faccenda), viene sostituito da un dilemma che ogni lettore dei romanzi di Le Carré crede di far presto a risolvere: giacchè nella storia dell'umanità non si conosce alcuno che per uccidersi si sia tagliato le vene di un unico polso.

E' quella che si chiama la tecnica del diversivo: se proprio non riusciamo ad evitare che si parli d'una certa cosa, introduciamone un'altra che distolga l'attenzione e induca a cambiare argomento. Niente complotti, la tecnica del diversivo è ormai tanto automatica e introiettata che viene applicata meccanicamente: se le cose vanno storte, «parliamo d'altro», come si diceva in passato.


 

 
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