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Giovedì  31 Luglio 2003 CENTOMOVIMENTI-NEWS Massimo DEL PAPA
CASTELLI di sabbia

Ci ha poco da ghignare il cavaliere ridens dal buen retiro russo del comunista del Kgb Putin, quella delle rogatorie americane è una sberla "dalla parte dell’anello" per tutto il Casotto delle Libertà a cominciare dal tenutario. Che, preda del demone competitivo, in mancanza d’altro si vanta pericolosamente di detenere il record delle rogatorie mentre gli spetta se mai l’ancor più tristo primato delle rogatorie ostacolate, prima dai suoi avvocati, poi dai suoi parlamentari, quindi dai suoi avvocati-parlamentari, infine dal suo guardabirilli. Il quale, col suo intossicato tentativo d’insabbiare tutto come in un qualsiasi porto giudiziario delle nebbie, è uscito allo scoperto e non è più il pietoso segreto custodito in patria, come si fa in certe famiglie disgraziate: ora tutto il mondo conosce il ministro Castelli di sabbia e lo soppesa com’è giusto, a parte qualche vecchia carampana che affida la sua noia di vivere ai microfoni di Radio Padania.

I centristi, che da bravi democristiani dietro il velo virtuoso della pregiudiziale legalitaria miravano a mandare un amichevole monito al padrone, hanno confermato d’essere dei centrini, elementi messi a tavola per mera decorazione: volevano contare di più, ma alla fine della fiera (alla lettera) la sensazione è che contino esattamente come prima cioè zero. Meno di loro conta il vicepresidente del nulla Fini, uno al quale va dato atto d’essersi completamente ripulito dalla puzza di fascismo: un fascista vero non si rimangerebbe ogni santo giorno quanto tuonato il giorno prima, non si farebbe prendere a calci sui denti ogni santo giorno dai peggiori scalzacani della coalizione e quello suo non è più un partito, è un Titanic in cui si balla, si cazzeggia, si eleggono i federali in quanto fedeli alle caricature che ne fanno i comici, incorniciati in feste di volgarità quasi patetica, la politica griffata Santanchè che della politica non ha più nemmeno il ricordo.

Malgrado tanto sfacelo, non deve stupire che questo cimitero di nani e ballerine, quanto resta della "squadra di governo più forte degli ultimi 50 anni", come fu definita da qualche buontempone che ne faceva parte, continui a sopravvivere a se stesso, come in quel quadro in cui un’accolita di scheletri giocano alle carte sotto l’occhio maligno del diavolo: non possono spodestarlo, non ci provano neanche, senza di lui quelle carcasse restano tutte a spasso, si riducono a polvere; e siccome nessuna di loro da viva ha mai lavorato, neppure per un giorno (la politica è certo un lavoro, anche faticoso, ma la loro non è politica), sarebbero costrette a sperimentare la "flessibilità" che tanto li fa godere quando la disegnano per gli altri. Cioè sarebbero spietatamente fuori per limiti d’età e di curriculum, capannelli di zombies ai giardini o in osteria. Meno uno. Il guardabirilli un futuro ce l’avrebbe. Al mare, con le pinne, fucile ed occhiali e soprattutto tante, tante formelle di sabbia.


 

 
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