Non bisognerebbe
scherzarci su, parlando dell´ipotesi di grazia per Adriano Sofri: argomento sul
quale è legittimo avere opinioni diverse ed egualmente rispettabili purché
motivate con serietà e buona fede. Ma il ministro della Giustizia è ancora una
volta riuscito a volgere un tema serio in una trucida farsa, sicché ci vorrebbe
un saldissimo autocontrollo per non seguirlo sullo stesso terreno. Non tutti ce
l´hanno, non tutti lo abbiamo.
Mi sembra anche di notevole
interesse seguire i volteggi di alcuni giornalisti messi alle prese col tema
Sofri. Trattandosi di un tema trasversale che coinvolge in varia misura i
contrapposti schieramenti politici, i volteggi sono in certi casi diventati veri
e propri esercizi acrobatici che si guardano con stupefatta ammirazione.
Cominciamo dal ministro
Castelli, cui spetterebbe il titolo un tantino arcaico e quindi uscito dall´uso
di ´Guardasigilli´. Viene da ridere solo a pronunciarlo.
In base alla Costituzione e
alla Legge, in materia di grazia ai condannati per qualunque reato spetta al
Guardasigilli istruire la pratica, chiedere i necessari pareri ai giudici di
sorveglianza e alla competente Procura della Repubblica, accertare se vi sia o
no il perdono della parte offesa e infine inviare il fascicolo corredato dal
proprio parere al presidente della Repubblica. Il quale può firmare la grazia o
non firmarla a suo insindacabile giudizio.
Questa è la base giuridica
della questione. Sentite (ma lo sapete già, io mi limito fin qui a
ricapitolare) che cosa hanno architettato il Guardasigilli e il suo ´boss´
riunitisi per l´occasione nelle osterie di Ponte di Legno: la grazia al solo
Sofri no, l´ingegner Castelli non se la sente, si tratta di un mandante in
omicidio, che diavolo! Ma un pacchetto di grazie esteso a 20/30 condannati tra i
quali stragisti di destra, alto-atesini, ´serenissimi´ veneti, Priebke e altri
consimili, allora forse sì, il Guardasigilli se la sentirebbe.
Ma se il capo dello Stato, una
volta ricevuto il pacchetto, accordasse la grazia ad alcuni e non ad altri?
Castelli non se ne fida e quindi spara più in alto: un´amnistia di
pacificazione, anche se non c´è niente da pacificare; magari mettendoci dentro
anche i reati e i processi di Tangentopoli, perché no? Non è pacificazione
anche quella? Ma lo stesso autore di questa bella pensata dubita che la sua idea
passi in Parlamento. Conclusione: meglio non fare nulla, non muovere foglia. Se
Ciampi vuole a tutti i costi graziare Sofri, ebbene cambi la legge vigente, se
la faccia su misura e proceda da solo.
Evidentemente il Guardasigilli
ignora che il presidente della Repubblica non ha poteri legislativi e non può
quindi fare leggi a suo piacimento. Ma a correggerlo ci ha pensato finalmente
Bossi che ha proposto la vera soluzione: devolution e poi la grazia a Sofri.
Fin qui la trucida farsa andata
in scena nei giorni scorsi. Veniamo ora ai volteggi giornalistici. Il primo
volteggio è stato eseguito da Giuliano Ferrara che si batte tenacemente da anni
in favore di Sofri. Nei giorni scorsi era tornato alla carica e aveva chiesto e
ottenuto l´appoggio esplicito del direttore del ´Corriere della Sera´ il
quale scrisse un chiaro articolo sul suo giornale. Di fronte alla alzata di
spalle del Guardasigilli, Ferrara ha gridato all´imbroglio (bene, ben detto) ma
poi, quasi timoroso d´aver detto troppo, ha scoperto tra le pieghe del pensiero
di Castelli un´apertura, ha rimproverato la sinistra (e ti pareva!) d´aver
insultato il Guardasigilli e ha invitato i suoi lettori a confidare che
l´apertura del ministro prenda corpo. Dove, in quali recessi profondi del
profondo pensiero castelliano Ferrara abbia scorto siffatta apertura resta un
mistero.
Segue Ernesto Galli della
Loggia, che prende molto sul serio l´ipotesi dell´amnistia. Perché non
procedere su quella strada? Non sarebbe ora di pacificarsi e di pacificare?
Francamente non pensavo che anche Ernesto fosse un volteggiatore: dalla grazia
all´amnistia, per di più chiesta dalla Lega che ha votato perfino contro
l´Indultino. Ce ne vuole di stomaco per saltare da un trapezio all´altro senza
rete e con tanta sicurezza. Bravo.
Mi spiace molto dover ora
citare in questo breve elenco di acrobati un collega che ho sempre molto
apprezzato. Parlo di Filippo Ceccarelli che commentando sulla ´Stampa´ il caso
Sofri tira fuori un argomento inedito e del tutto inconferente: perché - si
domanda - Sofri non chiede personalmente la grazia? Per superbia? Per difetto di
umiltà? Se la chiedesse, l´otterrebbe.
Caro Filippo, ma chi te l´ha
detto che l´otterrebbe? E che cosa c´entra l´argomento da te sollevato col
problema concreto che volevi commentare e che hai eluso parlando d´altro? Nel
gioco del baseball il battitore che riesce a mandare la palla in tribuna
riscuote l´applauso dello stadio, ma il giornalista che va fuori campo merita
fischi, purtroppo per lui.
Infine Stefano Folli, fresco
successore di Ferruccio De Bortoli alla direzione del ´Corriere della Sera´.
Mi scuso con Folli, non è di prammatica intervenire su un collega direttore
d´un giornale importante, ma c´è un motivo: Folli amministra un´eredità non
facile, anche per i modi con i quali poco più di un mese fa quella poltrona di
via Solferino rimase vacante. Da allora si guarda con molta attenzione a come il
nuovo direttore si atteggia. Fin qui è sembrato che restasse in quella linea
terzista che è il vanto del ´Corriere´. Personalmente ho sempre pensato e
scritto che il terzismo sia una finzione retorica e che la neutralità
giornalistica sia una posizione inesistente; però ´omnia munda mundis´.
Questa volta tuttavia il bravo
Folli, dopo essersi esposto per Sofri, s´è dato anche lui ad alte acrobazie.
Ha scritto domenica scorsa che nelle posizioni della Lega molto spesso c´è del
buono; naturalmente bisogna saperlo vedere e cogliere. Per esempio la proposta
di amnistia dovrebbe essere seriamente considerata: "I problemi di
coscienza del ministro sono plausibili", scrive Folli, "e il suo
travaglio interiore va capito". Perdinci. E prosegue: "L´allusione ad
un patto di pacificazione merita attenzione e non un´alzata di spalle". E
conclude: "Le polemiche sono superflue. Anzi dannose".
Un terzino, mi correggo, un
terzista di questa forza non s´era ancora visto neanche al ´Corriere´ che
pure ne annovera una prestigiosa collezione. |