BOLOGNA - Prima gli applausi
per le parole di Carlo Azeglio Ciampi. Poi i fischi, sempre più forti, ad
accompagnare il nome di Silvio Berlusconi. Contestazioni che aumentano quando
prende la parola il ministro dell'Interno, Pisanu. Due agosto a Bologna,
anniversario della strage alla stazione. Era il 1980 e lo scoppio uccise 85
persone e ne ferì 200.
Il corteo parte da via
Indipendenza verso la stazione di Bologna. Ad aprirlo c'è il ministro
dell'Interno, Giuseppe Pisanu, insieme al sindaco Giorgio Guazzaloca e a Renato
Zangheri, primo cittadino all'epoca dell'attentato. C'è anche Sergio Cofferati
che sfila dietro lo striscione dell'Associazione familiari vittime della strage.
Molti i cittadini che, liberamente hanno scelto di prendere parte alla
manifestazione, a piedi o anche in bicicletta insieme alle proprie famiglie.
Qualcuno non ha seguito l'appello del presidente dell'Associazione familiari
delle vittime, Paolo Bolognesi che aveva chiesto: "Nessuna bandiera al
corteo". Si nota qualche bandiera di Rifondazione comunista, qualche
bandiera della pace e dei Ds e poi uno striscione della Fiom-Cgil: "La
lotta è credere in un futuro migliore...".
Paolo Bolognesi rinnova le
richieste dell'Associazione: la legge per l'abolizione del segreto di stato nei
delitti di strage e terrorismo, l'osservatorio delle vittime, la legge quadro
per l'assistenza alle vittime, l'inserimento dei diritti delle vittime delle
stragi nella costituzione. "Vogliamo che si parli di pacificazione solo
dopo il raggiungimento della verità, altrimenti pacificazione è una bella
parola priva di contenuti" dice Bolognesi.
Il corteo arrriva davanti alla
stazione. Bolognesi, dal palco, sferra un duro attacco: "Le riforme che si
stanno attuando nella giustizia, nei servizi segreti, nella stampa, stanno
ricalcando in un modo ossessivo il piano di 'Rinascita democratica', il
documento politico della loggia massonica p2". Dalla piazza le parole di
Bolognesi vengono accolte da una salva di applausi.
Si arriva così alle
contestazioni. Raffiche di fischi al solo sentire il nome di Silvio Berlusconi.
Contestano i disobbedienti del Bologna sociale forum, ma anche molti cittadini.
Tocca a Pisanu parlare dal palco. I fischi continuano. Una parte del Bologna
Social forum abbandona la piazza. Altri mostrano lo striscione "siete lo
stesso coinvolti". Pisanu parla e tra i manifestanti e le forze dell'ordine
vola qualche spintone. Ed ancora slogan a ripetizione ("vergogna",
"fascisti", "Carlo è vivo e lotta insieme a noi", riferito
a Carlo Giuliani, suo padre Giuliano era in piazza). Qualcuno canta "o
bella ciao". Molti alzano il braccio, con il pugno chiuso. |