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Martedì 5 Agosto 2003 ESPRESSO on-line Enzo BIAGI
Per chi suona il postino di Bush
Al Tribunale di Milano Berlusconi ha detto una balla ogni 73 secondi: record mondiale

         Caro George caro Silvio

Chi lo avrebbe mai detto. Bush e la moglie accolgono con abbracci Silvio Berlusconi nel loro ranch di Crawford (Texas). Non vorrei essere frainteso e non sottovaluto tanta cordialità. Ha detto al nostro presidente del Consiglio: "Ho la sensazione di conoscerla come i miei compagni di scuola".

Un onore riservato a pochi: Blair, Aznar, ma il nostro governo è considerato "il più vicino a Washington". Sappiamo tutti quello che dobbiamo all´America: dalle invenzioni di Edison all´ospitalità e alla possibilità di rifarsi una vita a tanti europei sfortunati.

Ci fu il tempo del ´passaporto rosso´: il nostro governo lo dava a chi se ne andava. E, ovviamente, c´era gente di ogni tipo. Da Al (Alfonso) Capone a Enrico Fermi e ad altri scienziati italiani che hanno permesso di sistemare alla svelta il dissenso col Giappone.

Non sono un ´nazionalista´ nel senso antico della parola, ma girando il mondo mi è capitato di dover spiegare che ero contento di essere italiano; credo si aspettassero che dicessi: "Per Leonardo, per Dante, per Marconi" e via dicendo.

Io ho sempre risposto: "Per l´umanità della mia gente". Nei momenti difficili noi siamo un grande popolo. Durante la guerra sui muri di Bologna apparve un manifesto: ´Cinque chili di sale´ (che era un ingrediente assai prezioso) ´a chi denuncia un partigiano´. A me risulta che tutti mangiarono insipido.

Quelli che hanno sempre ragione

Slogan del fascismo: ´Il Duce ha sempre ragione´. Silvio Berlusconi in trasferta negli Usa, a Bush: "Voi avete sempre ragione". Presidente (del Consiglio) non esageriamo: ha mai sentito parlare di come andò a finire l´avventura del Vietnam? E chi le fa pronunciare certe sentenze per compiacere il pubblico locale? Le sembra, ad esempio, che la sedia elettrica sia un simbolo della giustizia umana? E la politica dell´amico Bush le pare esente da critiche? Lei deve avere nei suoi discorsi equivocato domicilio: non abita alla Casa Bianca, ma ha l´ufficio a Palazzo Chigi. L´amico George W. e l´amico Silvio rappresentano due parti: amici senza dubbio, ma non c´è un capo e un suddito.

Amicizia non è sottomissione: abbiamo già fatto l´esperienza di un capo che non sbagliava mai. Tolse la libertà e fece un errore: una guerra che perse.

Nella solita corrispondenza intelligente dagli Usa, Vittorio Zucconi racconta dell´"insistenza (di Berlusconi, ndr.) nel giocare la parte dell´americano in Europa anziché dell´europeo in America´, convinto che questo giovi alla ricomposizione dell´Occidente, ma è di secondaria importanza, almeno guardando le foto. "Silvio, amico mio", ha detto Bush. Chi avrebbe mai pensato che Silvio avrebbe frequentato certe compagnie anche a rischio, scrive Zucconi, "come il postino dell´impero"?

Totò brevi mano

Ci sono due giovani colleghi di cui ho molta stima, Marco Travaglio e Peter Gomez, che sanno affrontare anche i più scabrosi temi di attualità: si documentano, fanno ricerche e non hanno il culto dei potenti di turno.

Hanno scritto un libro: ´Lo chiamavano impunità´, che è un ritratto, senza compiacimenti, del presidente del Consiglio, delle sue contraddizioni e delle libertà, anche linguistiche, che si consente in una ricostruzione dei fatti assai discutibile. Hanno calcolato che, con le dichiarazioni spontanee rese davanti al Tribunale di Milano il 5 maggio e il 17 giugno, ha raccontato 85 bugie in 115 minuti, cioé una panzana ogni 73 secondi. In pratica un primato mondiale.

Qualche esempio. Caso Sme: "De Benedetti ricorse in Cassazione, ricordo i nomi che facevano parte della Corte in quell´occasione: Giovanni Tamburino di Magistratura Democratica, ho ben chiaro questo perché mi sono scontrato con lo stesso Tamburino dialetticamente su alcune questioni".

Balla: invece non ha chiaro niente. Tamburino non si è mai occupato del caso Sme, non ha mai lavorato in Cassazione, non è mai stato iscritto a Magistratura Democratica.

Altro caso: "Avevo chiesto (...) la cortesia istituzionale che il Tribunale, come avviene normalmente, si recasse negli uffici della presidenza del Consiglio a Roma per potermi ascoltare, il Tribunale ha ritenuto di non farlo e io ho accettato di venire in questa sede".

Fantasie: il codice non prevede questa ´cortesia´. L´articolo 502, che regola gli interrogatori a domicilio, stabilisce espressamente che questi sono riservati a ´testimoni e consulenti tecnici´. Berlusconi è invece imputato. E chi ha scritto il codice non poteva certo immaginare che un bel giorno (rettifica: un brutto giorno) il problema si ponesse per il presidente del Consiglio.

C´è un solo precedente di cui fu protagonista Giovanni Goria che fu ascoltato, prima di essere prosciolto, nel Palazzo di Giustizia di Milano e non a Palazzo Chigi.

Proseguiamo: "L´ingegner De Benedetti reputava di aver ottenuto il titolo per comperare una impresa pubblica al modo con cui Totò pensava di poter comprare ´brevi mano´: (forse è meglio: ´manu´, ndr.) il Colosseo".

Totò, invece, non pensò mai di acquistare il Colosseo. Nel film ´Totò truffa´ vendette a un ingenuo turista la fontana di Trevi.

E continua.


 

 
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