Caro George caro Silvio
Chi lo avrebbe mai detto. Bush
e la moglie accolgono con abbracci Silvio Berlusconi nel loro ranch di Crawford
(Texas). Non vorrei essere frainteso e non sottovaluto tanta cordialità. Ha
detto al nostro presidente del Consiglio: "Ho la sensazione di conoscerla
come i miei compagni di scuola".
Un onore riservato a pochi:
Blair, Aznar, ma il nostro governo è considerato "il più vicino a
Washington". Sappiamo tutti quello che dobbiamo all´America: dalle
invenzioni di Edison all´ospitalità e alla possibilità di rifarsi una vita a
tanti europei sfortunati.
Ci fu il tempo del ´passaporto
rosso´: il nostro governo lo dava a chi se ne andava. E, ovviamente, c´era
gente di ogni tipo. Da Al (Alfonso) Capone a Enrico Fermi e ad altri scienziati
italiani che hanno permesso di sistemare alla svelta il dissenso col Giappone.
Non sono un ´nazionalista´
nel senso antico della parola, ma girando il mondo mi è capitato di dover
spiegare che ero contento di essere italiano; credo si aspettassero che dicessi:
"Per Leonardo, per Dante, per Marconi" e via dicendo.
Io ho sempre risposto:
"Per l´umanità della mia gente". Nei momenti difficili noi siamo un
grande popolo. Durante la guerra sui muri di Bologna apparve un manifesto:
´Cinque chili di sale´ (che era un ingrediente assai prezioso) ´a chi
denuncia un partigiano´. A me risulta che tutti mangiarono insipido.
Quelli
che hanno sempre ragione
Slogan del fascismo: ´Il Duce
ha sempre ragione´. Silvio Berlusconi in trasferta negli Usa, a Bush: "Voi
avete sempre ragione". Presidente (del Consiglio) non esageriamo: ha mai
sentito parlare di come andò a finire l´avventura del Vietnam? E chi le fa
pronunciare certe sentenze per compiacere il pubblico locale? Le sembra, ad
esempio, che la sedia elettrica sia un simbolo della giustizia umana? E la
politica dell´amico Bush le pare esente da critiche? Lei deve avere nei suoi
discorsi equivocato domicilio: non abita alla Casa Bianca, ma ha l´ufficio a
Palazzo Chigi. L´amico George W. e l´amico Silvio rappresentano due parti:
amici senza dubbio, ma non c´è un capo e un suddito.
Amicizia non è sottomissione:
abbiamo già fatto l´esperienza di un capo che non sbagliava mai. Tolse la
libertà e fece un errore: una guerra che perse.
Nella solita corrispondenza
intelligente dagli Usa, Vittorio Zucconi racconta dell´"insistenza (di
Berlusconi, ndr.) nel giocare la parte dell´americano in Europa anziché
dell´europeo in America´, convinto che questo giovi alla ricomposizione
dell´Occidente, ma è di secondaria importanza, almeno guardando le foto.
"Silvio, amico mio", ha detto Bush. Chi avrebbe mai pensato che Silvio
avrebbe frequentato certe compagnie anche a rischio, scrive Zucconi, "come
il postino dell´impero"?
Totò
brevi mano
Ci sono due giovani colleghi di
cui ho molta stima, Marco Travaglio e Peter Gomez, che sanno affrontare anche i
più scabrosi temi di attualità: si documentano, fanno ricerche e non hanno il
culto dei potenti di turno.
Hanno scritto un libro: ´Lo
chiamavano impunità´, che è un ritratto, senza compiacimenti, del presidente
del Consiglio, delle sue contraddizioni e delle libertà, anche linguistiche,
che si consente in una ricostruzione dei fatti assai discutibile. Hanno
calcolato che, con le dichiarazioni spontanee rese davanti al Tribunale di
Milano il 5 maggio e il 17 giugno, ha raccontato 85 bugie in 115 minuti, cioé
una panzana ogni 73 secondi. In pratica un primato mondiale.
Qualche esempio. Caso Sme:
"De Benedetti ricorse in Cassazione, ricordo i nomi che facevano parte
della Corte in quell´occasione: Giovanni Tamburino di Magistratura Democratica,
ho ben chiaro questo perché mi sono scontrato con lo stesso Tamburino
dialetticamente su alcune questioni".
Balla: invece non ha chiaro
niente. Tamburino non si è mai occupato del caso Sme, non ha mai lavorato in
Cassazione, non è mai stato iscritto a Magistratura Democratica.
Altro caso: "Avevo chiesto
(...) la cortesia istituzionale che il Tribunale, come avviene normalmente, si
recasse negli uffici della presidenza del Consiglio a Roma per potermi
ascoltare, il Tribunale ha ritenuto di non farlo e io ho accettato di venire in
questa sede".
Fantasie: il codice non prevede
questa ´cortesia´. L´articolo 502, che regola gli interrogatori a domicilio,
stabilisce espressamente che questi sono riservati a ´testimoni e consulenti
tecnici´. Berlusconi è invece imputato. E chi ha scritto il codice non poteva
certo immaginare che un bel giorno (rettifica: un brutto giorno) il problema si
ponesse per il presidente del Consiglio.
C´è un solo precedente di cui
fu protagonista Giovanni Goria che fu ascoltato, prima di essere prosciolto, nel
Palazzo di Giustizia di Milano e non a Palazzo Chigi.
Proseguiamo: "L´ingegner
De Benedetti reputava di aver ottenuto il titolo per comperare una impresa
pubblica al modo con cui Totò pensava di poter comprare ´brevi mano´: (forse
è meglio: ´manu´, ndr.) il Colosseo".
Totò, invece, non pensò mai
di acquistare il Colosseo. Nel film ´Totò truffa´ vendette a un ingenuo
turista la fontana di Trevi.
E continua. |