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Venerdì 8 Agosto 2003 ESPRESSO on-line Giorgio BOCCA
Ci aspetta proprio un bel biennio
Nel mirino di Silvio, Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura
e quel che resta della tv di Stato e della libertà dì stampa

La procura di Brescia ha aperto una inchiesta sui procuratori di Milano, Boccassini e Colombo, che rappresentano l´accusa al processo contro il senatore Previti. Dicono gli esperti di procedura che si tratta di un atto dovuto, una conseguenza inevitabile di una denuncia per abuso di potere in atti di ufficio presentata da una associazione romana. Ordinaria amministrazione, nulla di preoccupante, se non fosse che proprio con un atto dovuto si aprì la controffensiva di Berlusconi contro Mani pulite quando proprio a Brescia Antonio Di Pietro venne interrogato giorni e notti come un delinquente comune.

Sono passati due anni di governo Berlusconi e la costruzione di una democrazia autoritaria a mezzo di una maggioranza parlamentare e di atti dovuti è quasi compiuta. Le istituzioni democratiche sono formalmente in piedi ma progressivamente svuotate. Il disegno autoritario è ormai chiaro nelle sue linee generali: prima la maggioranza parlamentare vota una serie di leggi ad personam che assicurano al presidente impunità e privilegi, poi la grande riforma, che è nella realtà una controriforma, gli assicura non solo una conferma alla presidenza del Consiglio, ma anche un via libera a capo dello Stato.

Le leggi ad personam approvate in questi due anni hanno stravolto la democrazia: è stato depenalizzato il falso in bilancio, uno dei punti deboli del presidente; limitato l´uso giudiziario delle rogatorie dall´estero; sistemato il conflitto di interessi con una forma vergognosa che esclude dal governo chi dirige personalmente televisioni, giornali, industrie ma non chi li possiede e, per chiudere il cerchio, la impunità delle cinque più alte cariche dello Stato fra cui naturalmente la presidenza del Consiglio. Il modo, il metodo di questa progressiva fabbrica di un potere autoritario sono noti e vanno sotto i nomi in uso volgare: battere il ferro finché è caldo, lavorare al corpo l´avversario, procedere a spallate continue, far cadere la goccia che scava la pietra.

La destra autoritaria può permetterselo, ha i mezzi e gli uomini per insistere all´infinito, ha i grandi avvocati, ha i carneadi che presentano i progetti di legge, ha i diffamatori e gli addetti alla disinformazione, ha persino una opposizione che in alcuni suoi settori coltiva un trasformismo appena dissimulato, sostenendo che è meglio mettersi in ginocchio che farsi spazzar via. La scusa è quella della talpa marxista, bisogna lasciarla lavorare ai suoi cunicoli, preparare pazientemente la svolta elettorale. Ma nei regimi fascisti o stalinisti svolte elettorali non ci furono, durarono fino alla sconfitta militare o all´autodistruzione.

Il disegno autoritario di Silvio Berlusconi pare a taluni di breve durata, compromesso in partenza dai suoi limiti culturali e dalle sue ambiguità. Ma l´uomo è astuto e spregiudicato, pronto a mettere in crisi l´Europa pur di assicurare le protezioni e i favori dell´impero americano. Si è detto dell´incontro nel Texas di Silvio con Bush che le affinità fra i due uomini di Stato sono chiare. Per molti questo è un insulto a entrambi, per altri il segno che il potere di Silvio è blindato, che l´appoggio americano gli spianerà la strada al regime, per ora morbido, domani si vedrà.

Due anni sono bastati a sbaraccare mezza Repubblica, nei prossimi due anni toccherà alla Corte costituzionale, al Consiglio superiore della magistratura e a ciò che resta della televisione di Stato e della stampa indipendente.

L´uomo fa giustamente paura. La sua capacità di mentire non ha limiti. Ancora di recente a una conferenza stampa di giornalisti europei ha ripetuto che la nostra informazione è all´85 per cento in mano ai comunisti. E i poteri forti dell´economia, della scienza, della morale stanno a guardare.


 

 
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