Incredibile ma
vero! Il governo da operetta è riuscito a trovare l’ultimo escamotage per
sopravvivere a se stesso: l’indifferenza. Follini ignora gli insultoni di
Bossi, che glissa sui rimproveri di Berlusconi, che fa orecchie da mercante alle
proteste di Fini. Gli alleati della coalizione che non c’è hanno raggiunto il
loro equilibrio: ognuno si fa gli affaracci suoi.
Una strategia vincente, un’ottima
prova di coesione per l’attuazione di un programma comune di riforme. Il più
tranquillo in assoluto è padron Silvio, che movendo i fili ha realizzato il suo
antico disegno "uno per tutti, tutto per uno". Per quanto riguarda gli
altri, il divertimento continua ad essere assicurato. Dispetti, litigi, voti
contrari, ostruzionismo interno, voltafaccia con l’elettorato, tempo perso.
Per la casa delle vacuità, chi va a Roma tiene stretta la poltrona, anche in
Padania, tutto il resto è facilmente superabile con una buona alzata di spalle.
Ci sarà da ridere quando, passata la stagione balneare torneranno sui banchi
parlamentari le pensioni, la legge tv e la finanziaria su cui praticamente
nessuno è d’accordo. Prevedibile un ulteriore rinvio di quella telenovela
chiamata verifica, che slitta, slitta e non arriva mai. Per forza, più
eloquente di così...
Ma è senz’altro sui temi
seri che va ricercata la coerenza della classe politica del nuovo millennio,
piena zeppa di riciclati. Nonostante una recessione ormai inevitabile, la
bocciatura senza appello della Commissione europea al nostro dpef, una
strisciante povertà crescente, maggioranza e opposizione trovano finalmente l’intesa,
aumentandosi di un buon 15% le entrate dei gruppi alla Camera. Un ammontare di
gran lunga superiore all’attuale tasso d’inflazione. Tutti d’accordo
tranne Casini, uomo dal "democristiano" senso di colpa, che alla fine
prende atto e incassa...
Ecco il qualunquismo politico
del 2000. Quello che non vuol sapere di essere agli ultimi posti nell’esportazione,
nella ricerca, nell’innovazione, nell’istruzione. Quello che campa di
rendita, da destra a sinistra, e finché la greppia è ricca, ne approfitta.
Quello che un modo per convivere lo trova sempre e comunque, sui fasti di una
campagna promozionale senza fine, sui resti di un Paese da spartire con
ineffabile nonchalance. La classe dirigente prosegue il suo ininterrotto periodo
di ferie tra feste e cazzeggiamenti, mentre Tangentopoli si riaffaccia
pericolosamente sulla scena di degrado spianata da anni di leggi inique e
attacchi alla Magistratura. Buone vacanze.
Il giudizio è unanime, la
condanna pure... |