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 da LA STAMPA - 13 Gen 2001
 L’Italia che ha in mente
 
di MASSIMO GRAMELLINI
 Avanza la Rivoluzione Culturale di Berl-Hu-Skong.
 Si era partiti con i manifesti murali contenenti il Programma delle 3 I: Inglese, Internet e Impresa.
 Nessuna notizia della quarta: l’Italiano.
 Non era una dimenticanza, ma la premessa di un progetto più ampio.
 
 Seconda fase, annunciata ieri: oltre alle tasse, verrà ridotto anche il greco.
 Meglio lo spagnolo dell’amico Aznar, tanto più che Pericle non risulta iscritto al Ppe.
 Per non parlare di Platone, un comunista. E di Saffo, quella pervertita.
 Due anni di greco bastano e avanzano come "ginnastica mentale": mezz’ora di corsa al giorno con il librone dell’Odissea sopra la testa. Prossime tappe.
 
 Al rogo Cicerone, che è anche più noioso e non usa nemmeno gli articoli.
 Se gli antichi Romani conquistarono il mondo è perché non dovevano perder tempo a imparare il latino.
 Forse che Bill Gates e Fiorello lo conoscono? Eppure son diventati quello che sono.
 Una sfoltitina alla storia, adesso: dopo il Diluvio Universale l’umanità cadde sotto la dittatura di Stalin finché non venne liberata da Berlusconi, Van Basten e Mike Bongiorno.
 
 Fine della storia. Sotto con la geografia.
 Inutile studiarla, tanto la rifaremo daccapo: un ponte sullo Stretto e uno sotto, crepi l’avarizia.
 La matematica? Sostituita dai sondaggi.
 Più spazio invece alla religione, anche perché il nuovo vangelo è già pronto. Si intitola "L’Italia che ho in mente" ed è pieno di I.
 
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