Corriere della Sera del 07-12-2000

Non ho attaccato la magistratura, aspetto sentenze di appello, sarei masochista. Basta con le strumentalizzazioni>>

<<Questo processo e' una pura invenzione>> - Berlusconi in tribunale come testimone sulle tangenti alla Finanza decide di non rispondere

MILANO - In silenzio davanti al giudice. Pronto a parlare di tutto con i cronisti. Silvio Berlusconi, convocato ieri mattina in tribunale a Milano come imputato-testimone, si e' avvalso per tre volte della facolta' di non rispondere ai magistrati che stanno processando due suoi fidati collaboratori. La segretaria, Marinella Brambilla, e il suo assistente, Nicolo' Querci, sono imputati di falsa testimonianza per aver negato un incontro del '94 a Palazzo Chigi tra l'allora premier Berlusconi e l'avvocato Massimo Berruti, ora parlamentare di Forza Italia: un capitolo decisivo del processo per corruzione dei finanzieri, che costo' al Cavaliere una prima condanna, estinta in appello per prescrizione. Ma uscito dall'aula, il leader di Forza Italia ha esternato su tutto: giustizia, politica, informazione, estetica.

IL PROCESSO - <<I miei collaboratori hanno detto l'assoluta verita'. La Procura sta portando avanti una strumentalizzazione politica. Questo processo e' una pura invenzione. In aula ho esercitato un mio diritto, ma ho gia' comunicato al giudice Consolandi che l'8 giugno '94 non ho incontrato Berruti, perche' ero al Consiglio dei ministri>>.

I MAGISTRATI - <<Mi e' stato attribuito di tutto, ad esempio l'attacco alla magistratura. Ma scusate, io ho ancora dei processi in appello, sarebbe masochista da parte mia>>. Mostrando la <<sbobinatura>> delle sue <<vere>> dichiarazioni, Berlusconi precisa: <<Ho detto solo che lo Stato deve aumentare le difese dei cittadini. E che gli operatori di polizia mi dicono di trovarsi tra l'incudine del delinquente e il martello del magistrato o di dover decidere tra un bel funerale e un brutto processo. Ma io sono tra gli italiani che hanno ancora fiducia nella magistratura>>.

DEFORMAZIONI - <<Non ho mai detto: "Se perdo, mi ritiro", ma esattamente il contrario. E mai ho promesso di dimezzare i reati: ho detto soltanto che bisogna avere il coraggio di tendere, in una legislatura, a un obiettivo cosi' importante>>.

IL POOL - Il 6 dicembre '94 Di Pietro lascio' la toga. E Berlusconi, sei anni dopo, torna a denunciare l'accanimento dei pm: <<Novanta procedimenti, 27 mandati di cattura, 456 visite della Finanza: mai, nella storia di tutte le Repubbliche democratiche, un'impresa e' stata perseguita come la Fininvest>>. E alla nuova inchiesta sulla <<tesoreria estera>>, replica: <<All Iberian? Mai conosciuta. Vi pare che con il mio senso estetico avrei potuto accettare una societa' con quel nome?>> Non teme la <<cavalleria>> togata? Risposta: <<Mi piacerebbe poter dire di no>>.

LA POLITICA - <<Non mi sto quasi interessando alla campagna elettorale. Ho deciso i manifesti in agosto: c'e' da rifare lo Stato, ognuno e' un capitolo>>. Primo punto: <<Abrogare un gran numero di leggi>>.

LA SALUTE - Nel pomeriggio, da Nizza, Berlusconi respinge attacchi personali: <<Dicono che sarei malato, che prendo ormoni femminili. Voci infondate. Anche su Mediaset e Murdoch, nulla e' previsto>>.

D'AMBROSIO - Il procuratore reagisce all'annuncio di Marcello Dell'Utri che sara' <<il governo>> a indicare i reati da perseguire. <<Se e' un messaggio di normalizzazione, ha sbagliato palazzo. Non ci faremo intimidire. Questa Procura continuera' a perseguire tutti i reati e ad amministrare la giustizia per finalita' pubbliche, non per interessi privati>>.

Paolo Biondani

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