Corriere della Sera del 07-03-2001

Commenti
"Rogatorie con la Svizzera, servono subito"

Il disegno di legge per sbloccare le rogatorie dell’Italia alla Svizzera sarà approvato al più presto, non solo perché è "importante per il buon funzionamento della macchina della giustizia, ma anche perché la politica deve rinunciare ai "santuari" non più inviolabili della vicina Confederazione elvetica". E’ questo l’invito rivolto dal senatore Gian Giacomo Migone (Ds) alla Casa delle libertà, che alla Camera si è espressa già a favore del provvedimento. La normativa sarà discussa oggi e domani in sede referente in una seduta congiunta delle commissioni Giustizia e Affari esteri del Senato. Il presidente della commissione Esteri del Senato si rivolge a tutti i gruppi parlamentari chiedendo loro di "dimostrare lo stesso senso di responsabilità che è prevalso alla Camera".

Repubblica del 07-03-2001

Pagina 5

Sicurezza, il "pacchetto" è legge pene più dure per furti e scippi

Il Polo blocca il provvedimento sulle rogatorie internazionali

LIANA MILELLA

ROMA - La maggioranza vince, dopo due anni, la battaglia del pacchetto sicurezza (ricordate? quello per inasprire le pene contro furti e scippi voluto da D'Alema dopo i morti di Milano del ‘99), ma sta rischiando di perdere al Senato un'altra guerra altrettanto importante, quella sull'accordo con la Svizzera per semplificare e rendere più veloci le richieste di conti bancari e di interrogatori con i testi d'Oltralpe. Il governo riesce a portare a casa (Francesco Rutrelli è entusiasta al pari di Fassino e Bianco) una legge che rende più facile arrestare e tenere in carcere gli accusati di delitti gravi e che limita fortemente i ricorsi in Cassazione, ma perde un'occasione importante per accelerare i processi proprio mentre Carlo Azeglio Ciampi va di persona al Csm e ricorda a tutti che la giustizia è ancora troppo lenta.
Il trattato ItaliaSvizzera, come i giudici hanno ricordato tante volte, sarebbe servito proprio per accorciare i tempi. Ma, dopo aver atteso l'approvazione per due anni ed essere stato licenziato dalla Camera solo la settimana scorsa, ieri il testo ha perfino scatenato una rissa tra i capigruppo. Il forzista Domenico Contestabile ha detto chiaro al diessino Gavino Angius che se si discuterà delle rogatorie potrebbero saltare altri provvedimenti come la violenza in famiglia o il divieto dei combattimenti tra i cani. E così, nonostante le tante denunce sui processi che finiscono in prescrizione e pur dovendo fare i conti con la legge sul giusto processo che impone ai dibattimenti una "ragionevole durata", la ratifica del trattato slitterà alla prossima legislatura.
Ma la maggioranza è soddisfatta lo stesso. Ha vinto con 142 voti a favore e solo sette contrari, quelli di Rifondazione, del pannelliano Milio, della forzista Scopelliti e di due "dissidenti" diessini, Senese e Salvato, attestati su posizioni più garantiste rispetto al loro partito. Politicamente, l'Ulivo riesce anche a cogliere in contraddizione la Casa delle libertà: perché dopo il voto favorevole espresso alla Camera a fine gennaio, adesso l'opposizione ripiega su un'astensione. Dice Massimo Brutti, sottosegretario diessino all'Interno che in questi giorni ha tallonato il Polo al Senato battendosi per far approvare il pacchetto: "Per la Casa delle libertà il saldo di questa giornata è del tutto negativo. Non solo sono apertamente in contraddizione con loro stessi, ma pur avendo cambiato idea sono stati ugualmente battuti. E voglio vedere adesso come spiegheranno ai loro elettori perché prima erano a favore e adesso sono contro e soprattutto perché, dopo aver tanto parlato di sicurezza, adesso si astengono su norme che possono aiutare i magistrati e le forze dell'ordine a essere più severi". Tra queste c'è per esempio quella che nega la concessione dei domiciliari a chi è già scappato una prima volta che, secondo il diessino Elvio Fassone, rappresenta "un bel contributo contro il senso di insicurezza dei cittadini".
Ma è proprio questo il leit motiv della contestazione del forzista Marcello Pera che, in più di un affondo, ha criticato un insieme di misure che "rischiano di allargare ulteriormente il già troppo ampio potere dei magistrati". Tranne la stretta sui ricorsi in Cassazione, Pera ha bocciato il pacchetto considerandolo "esclusivamente propagandistico". Ma il suo atteggiamento dimostra come tra il gruppo di Forza Italia del Senato e quello della Camera (lì c'è l'avvocato di Berlusconi Gaetano Pecorella) non la pensano allo stesso modo sulla giustizia. E, qualora servisse una conferma, ecco il voto sulle rogatorie: una settimana fa Pecorella dava il suo sì "politico" al trattato ItaliaSvizzera, mentre oggi lo stesso gruppo fa muro sulla definitiva approvazione. Tra i diessini c'è chi sostiene che in realtà Forza Italia aveva votato sì ben sapendo che poi la ratifica sarebbe caduta al Senato.
Sulle rogatorie, comunque, i diessini preannunciano battaglia.Si muoverà lo stesso Rutelli e il capogruppo Angius ha già detto che "chi ostacola questa legge in realtà vuole processi lunghi e quindi soggetti alla prescrizione dei reati". E soprattutto "persegue l'elusione di verità processuali che invece potrebbero più facilmente essere accertate". Una chiarissima allusione a Forza Italia e al suo presidente Berlusconi.