Lettera spedita a Don Giandomenico Gordini direttore del settimanale diocesano faentino il Piccolo.

                                                                                                                                                                                                                    Russi 02-02-96

Caro direttore,

ho letto attentamente l'articolo "Non e' tempo di tacere" ispirato al discorso del Cardinal Martini. Il titolo, associato allo stato di confusione totale che sta travagliando la nostra societa' mi ha spinto in modo incontenibile a scriverle questa lettera. Il Cardinale Martini molto acutamente e' riuscito a individuare i gravi pericoli che minacciano la societa' civile, mettendo a rischio in tal modo la convivenza democratica. Per il ruolo che il Cardinale ricopre e' giusto che non abbia fatto nomi; e' sufficente che cerchi di illuminare le coscienze per risvegliarle dal torpore e dalla indifferenza.

Spetta al cittadino che ha ancora un minimo di senso civico recepire la "sveglia" e alzare la voce per denunciare nomi e fatti precisi. Con questa lettera rispondo all'appello contenuto nel titolo con il solo scopo di di tentare di dare un modesto contributo alla chiarezza e alla liberta' dell'uomo. Dal luglio '94 sto denunciando sia nelle sedi Istituzionali competenti, sia agli organi di informazione, una censura inacettabile per un Paese civile e democratico, censura che nelle elezioni del 1994 ha permesso la violazione di un diritto fondamentale per la liberta' del cittadino, violazione che ha inficiato la legittimita' del voto democratico.

La censura a cui mi riferisco riguarda la notizia del reato penale commesso dal cittadino Berlusconi Silvio in data 27-09-88; presso il Tribunale di Verona, interrogato in qualita' di testimone, il Berlusconi ha mentito sulla data di iscrizione alla Loggia P2. La sentenza n. 97 n. 215/89 Reg. Gen. della Corte di Appello di Venezia, in giudicato il 13-02-91, ha sancito che l'imputato (Silvio Berlusconi) "ha compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del contestato delitto". La medesima sentenza dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di falsa testimonianza, per essere il reato estinto per amnistia. In tal modo ha potuto concorrere alla competizione elettorale. Pur tuttavia la gravita' morale del reato penale non viene cancellata e dovrebbe precludere la possibilita' di ricoprire incarichi Istituzionali di primo piano.

Dal gennaio 1994, escludendo alcuni libri che raggiungono una ristretta cerchia di persone, nessun organo "indipendente" di informazione e nessun organo di partito, ha dato questa notizia. E' stato negato in tal modo al cittadino-elettore la possibilita' di decidere in maniera responsabile e consapevole. Questa vicenda e' emblematica del degrado a cui e' arrivata la nostra societa' a partire dall'irresponsabilita' della classe politica dirigente, che pur conoscendo il precedente di Berlusconi,prosegue a tenerlo nascosto alla pubblica opininione.

Logica conseguenza della crescente irresponsabilita' nel calpestare valori etici e civici irrinunciabili, e' la assurda situazione che ha portato i cittadini di questo Paese ad accettare come normale che un cittadino al sia processato presso un Tribunale della Repubblica per reati gravi, e al tempo stesso sia protagonista di una trattativa decisiva per il futuro della nostra societa'. Qualunque coscienza che conservi un minimo di indignazione e responsabilita' davanti a questa situazione degradata, non puo' non rendersi conto che proseguendo su questa china il futuro che ci aspetta non puo' essere che dominato dalla illegalita' e dalla legge del violento e del piu' forte.

Per questo motivo non si puo' piu' tacere ed occorre riflettere e cambiare rotta prima che sia troppo tardi.