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Dal sito Internet  www.antoniodipietro.org

COMUNICATO N. 67 del 13 ottobre 2000

Alcuni interrogativi sulla posizione di D'Alema nei confronti del pool di Milano e delle indagini mani pulite (con tutto il rispetto per i militanti e gli elettori di sinistra)

(di Antonio di Pietro)

Alcuni interrogativi sulla posizione di D'Alema nei confronti del pool di Milano e delle indagini mani pulite (con tutto il rispetto per i militanti e gli elettori di sinistra)


Cari amici,

il polverone che è scaturito dalla mia richiesta di chiarimenti circa la posizione di D'Alema nei confronti del Pool di Milano e delle indagini di Mani Pulite mi sembra davvero fuor di luogo. D'Alema, alla mia richiesta di chiarimenti, invece di fornire risposte, pretende delle scuse. Vediamo allora come stanno i fatti. Egli fa l'offeso senza nemmeno aver letto per intero ed esattamente le dichiarazioni da me rilasciate a Micromega. Se l'avesse fatto si sarebbe accorto che io non accuso nessuno ma chiedo spiegazioni. Non invertiamo i ruoli e non facciamo finta di dimenticare che la vittima di quell'attività di dossieraggio e di killeraggio sono io (ci sono oramai sentenze a iosa che lo provano). Se fosse vero ciò che hanno detto alcuni protagonisti della vicenda, le rivelazioni di questi giorni dovrebbero far arrabbiare più di me che l'elettore del Mugello (e quello di sinistra tot court). Riepiloghiamo i fatti: Marco Bucarelli, un dirigente romano di Comunione e Liberazione riferisce di essersi rivolto agli inizi del 93 all'On.le Massimo D'Alema per chiedergli di aiutarlo a trovare nuovi soci che potessero finanziare il settimanale "Il Sabato", un periodico che faceva capo a Sbardella (in quel periodo sotto inchiesta per fatti di Tangentopoli, come peraltro lo era lo stesso Bucarelli che proprio durante le trattative sara' arrestato due volte e si fara' tre-quattro mesi di detenzione). Questo è un fatto ammesso da tutti, D'Alema compreso. Già questa prima circostanza dovrebbe far riflettere: perché l'allora capogruppo alla Camera dei D.S. trattava con personaggi di tal genere e veniva incontro alle loro richieste, peraltro proprio mentre uno di loro era in stato di detenzione per fatti di Tangentopoli? Sta di fatto che D'Alema accompagna Bucarelli e Tandardini dal suo amico Alfio Marchini e costui si dichiara disponibile a subentrare come socio finanziatore. Anche questo è un fatto certo ed accertato per stessa ammissione di tutti i protagonisti. Come certo ed accertato è il fatto che è proprio Marchini a richiedere alla redazione de Il Sabato di assumere il giornalista Roberto Chiodi che poi portera' gia' bello e confezionato il famigerato dossier da pubblicare. Ultimamente si è venuto a sapere da Bucarelli e da un prete (don Giacomo Tandardini) che sarebbe stato proprio Marchini a richiedere la pubblicazione del dossier in un modo e con forme tali da far loro ritenere (per l'amore di Dio, sempre a detta di Tandardini e Bucarelli) che questo fosse il desiderio di D'Alema. Vero, non vero? I primi dicono di sì, D'Alema e Marchini dicono di no. Sicuramente qualcuno non la racconta giusta. La storia è però da chiarire ed io sicuramente ho titolo per chiedere chiarezza (dato che ne sono la vittima). La storia, però diventa più ingarbugliata ed assume tutt'altra dimensione se - accanto ai due protagonisti che la raccontano (Bucarelli e Tandardini) e di contorno ad essi - si aggiungono altre tre (dico tre) testimonianze, questa volte di "persone amiche" (di persone cioè che non possono essere considerate preconcettualmente ostili). Mi riferisco a Paolo Flores D'Arcais, ad Achille Occhetto e al giornalista parlamentare Luigi Stampacchia. Quest'ultimo ha dichiarato proprio oggi ai giornali: "…in data 30 giugno 92 ( e quindi un paio di settimane prima della pubblicazione del dossier su "il Sabato") incontratomi con Sbardella venni da lui informato, affinché lo riferissi al direttore della mia agenzia, che ci avrebbe fatto avere copia sugli asseriti trattamenti di favore riservati da Di Pietro ad alcuni inquisiti di Mani Pulite, che quel dossier sarebbe stato pubblicato di lì a breve su Il Sabato e che era una bomba avuta da fonte autorevole quanto insospettabile, un esponente comunista…". C'è o no da drizzare le orecchie? C'è una fonte? E chi e? Vediamo allora cosa ha riferito Paolo Flores D'Arcais proprio ieri. Flores, come noto è persona di sinistra, stimata, direttore di Micromega, e amico di famiglia D'Alema. Amico a tal punto da averlo invitato a casa sua nel 1995 per cenare assieme. Ecco le sue affermazioni testuali: "…quella sera ebbi la certezza oltre ogni ragionevole dubbio dell'avversione di D'Alema nei confronti di Di Pietro. Rimasi allibito…ad un certo punto D'Alema affermò testualmente riferendosi a Borrelli, D'Ambrosio e Colombo " si sono fatti subornare, strumentalizzare da quei reazionari di Davigo e Di Pietro"…" Insiste ancora Flores: "…in realtà D'Alema sin dalla fine del 92 ha tenuto su Tangentopoli una linea politica parallela e opposta a quella dell'allora Pds…perché quel giornale (il Sabato) era su posizione opposte al PDS, difendeva la corruzione arrivando persino a sostenere "meglio Lima che Bobbio", mentre Botteghe Oscure era schierata con Mani Pulite. Eppure - continua Flores - quando quelli del Sabato andarono da D'Alema per chiedere aiuto, lui - anziché metterli alla porta - si disse non solo interessato ma li mandò pure da un suo amico imprenditore…". Fin qui D'Arcais. Achille Occhetto - a proposito di quel famoso miliardo di Gardini di cui vi è prova processuale essere arrivato all'interno della sede di Botteghe Oscure ma non si riesce a capire dove sia andato a finire - ha proprio oggi dichiarato alla stampa: "…qualcuno evidentemente chiedeva soldi a nome del PCI e poi li portava da altre parti, ma la segreteria del partito dove questi soldi andassero a finire non ne sapeva niente…non posso escludere l'esistenza d una sorte di struttura parallela…resta il mistero di qualche personaggio che si presentava a nome del partito senza essere mandato dal partito e non sappiamo se quei soldi li intascava lui o li dirottava altrove..". Questo è lo stato dei fatti, caro direttore. Quindi le mie richieste di chiarimento non possono essere liquidate semplicemente e bellamente accusandomi di aver offeso D'Alema e gli elettori della sinistra.. Offesi sì ma da chi? Anch'io sono offeso (perché ripeto sono stato la prima vittima del dossieraggio) e voglio chiarimenti ( e invece mi vengono richieste improponibili scuse). Chiarimenti lo meritano gli elettori di sinistra i quali sono stufi di essere trattati come "utili idioti" pronti a sostenere o screditare chiunque solo perché ciò verrebbe loro richiesto dai dirigenti di partito.

                                                                                                                                                                                                            ANTONIO DI PIETRO

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